Italianità brasiliana: la costruzione dell’identità italiana (Parte I)

Italianità brasiliana: la costruzione dell’identità italiana (Parte I)

Il tema dell’immigrazione italiana in Brasile sarà sviluppato in una trilogia. La prima parte racconta brevemente la traiettoria iniziale degli immigrati arrivati ​​qua nella costruzione di un’identità italiana in terre brasiliane. La seconda riguarda l’influenza socioculturale sulla comunità brasiliana e la terza, l’influenza linguistica dell’italiano sul portoghese brasiliano. I tre testi saranno disponibili, oltre che in Italiano, anche in Portoghese. Per accedere al testo di oggi in Portoghese.

Il termine italianità si riferisce al sentimento di identità etnica italiana, ossia, quanto una persona si sente italiana. Tale identità è piuttosto complessa, dipende da un intero contesto sociale e può cambiare a seconda dell’ambiente in cui si trova la persona o anche con chi sta parlando. Si riferisce al fatto che le persone si sentono di appartenere a un gruppo culturalmente legato, in questo caso, alla cultura italiana. Il sentimento di appartenenza a volte è inconscio e finisce per permeare le relazioni sia tra individui dello stesso gruppo, sia con altri gruppi considerati diversi. Socialmente, può generare tanto l’unione, come conflitti e discriminazione. La lingua e il modo di parlare del gruppo fanno parte di questa identità.

L’italianità brasiliana, cioè l’essere italiano in Brasile, inizia con l’arrivo degli immigrati nel XIX secolo. Intere famiglie italiane sono arrivate qui con una grande speranza di tempi migliori e fortuna, “fare l’America”! La cosa più interessante è il fatto che gli stessi immigrati l’hanno dovuta costruire nel tempo l’identità italiana. Il motivo per cui non si consideravano italiani è che quando furono arrivate le prime famiglie nel 1870, si era appena formato quello che oggi è conosciuto come lo Stato Italiano! Fino ad allora, il territorio che attualmente corrisponde all’Italia era formato da diversi piccoli stati (regni e ducati) per lo più controllati da potenze straniere. Il movimento di unificazione d’Italia, noto come Risorgimento, iniziò nel 1848 e culminò con l’unificazione nel 1870. L’unificazione avvenne attraverso molte guerre che devastarono la regione. La Rivoluzione Industriale associata alla devastazione lasciò nella miseria la popolazione più povera e vulnerabile, soprattuto i piccoli agricoltori. Così, la speranza di ricostruire la vita in un altro paese è stata la principale ragione della partenza dei primi immigrati.

Il processo di costruzione dell’identità italiana in Brasile è stato analizzato molto bene da Ângela de Castro Gomes nel suo testo nel libro pubblicato dall’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE) sulla celebrazione dei 500 anni di popolazione in Brasile. L’inizio di questo processo avvenne durante il periodo conosciuto come della grande immigrazione (1870-1920). Era necessario che gli immigrati capissero che pur avendo costumi e dialetti diversi, poiché provenivano da diverse regioni d’Italia, qui in Brasile, tutti verrebbero identificati come italiani. Non solo per i brasiliani, ma anche per altre nazionalità, anche immigrate, che si sono ritrovate qui come tedeschi, portoghesi e giapponesi.

La religione cattolica, comune agli immigrati italiani, divenne un importante fattore di agevolazione nella formazione del gruppo da essere identificato come “gli italiani”. Da considerare che avevano bisogno di capire e sentirsi parte di questo gruppo che dagli altri veniva chiamato “italiani”. Il legame religioso univa le famiglie per svago attraverso attività, spazi comuni come l’apertura di scuole e feste religiose. Così, la comunità italiana ha rafforzato la comprensione su cosa significava essere un italiano in Brasile.

Il sentimento di italianità si intensificò all’epoca del fascismo in Europa quando Benito Mussolini, in Italia, predicava il nazionalismo e l’orgoglio di essere italiano. In questo modo, ha restituito, in um certo senso, la dignità di essere italiano agli italiani che erano all’estero.

D’altra parte, la lingua è stata la grande difficoltà nella formazione dell’identità italiana, poiché la maggior parte di loro non parlava la lingua italiana. Essa sarebbe stata insegnata nelle scuole italiane, come lingua ufficiale del neonato Paese, solo anni dopo. I dettagli del processo sociolinguistico vi saranno presentati nella terza parte di questa trilogia.

Ad ogni modo, l’identità di quel gruppo originario si è formata gradualmente. Ma… e oggi? Dopo più di 150 anni in Brasile, la storia di questo popolo si è mischiata con la storia dei brasiliani. Com’è essere italiani in Brasile oggi? Chi si identifica come italiano? Come si identifica un italiano nella nostra comunità? Quanto di italiano c’è in noi e non lo sappiamo? Alcune di queste risposte verrano esplorate nel prossimo testo nel nostro Diário do Engenho.

 

 

Beatriz Funayama Alvarenga Freire è una dottoressa, cantante e atleta. Dottorato in Medicina presso l’Università Statale Paulista (Unesp), Post-Dottorato in Medicina presso la Rijkuniversiteit Groningen – Paesi Bassi e Master in Linguistica presso l’Università di Campinas (Unicamp).

One thought on “Italianità brasiliana: la costruzione dell’identità italiana (Parte I)

  1. Lindo,texto sou uma admiradora,dos Imigrantes, Especialmente os italiano ,Que lutaram com Todas as dificuldades,e TMB os sentimentos de estarem longe de seu país natal..

Deixe um comentário

O seu endereço de e-mail não será publicado. Campos obrigatórios são marcados com *